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Dieta mediterranea

Alimentazione per il paziente oncologico

Un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano sono fondamentali per le persone in cura per un tumore: nutrirsi in modo corretto aiuta ad affrontare i malesseri provocati dalla malattia e gli effetti collaterali delle cure.

Francesco Anichini Il dottor Francesco Anichini, dietista della U.O.C. Immunoterapia Oncologica di Siena, ci spiega i principi fondamentali della corretta alimentazione per il paziente oncologico.

Piatto Sano“Vorrei introdurre l’argomento relativo ad una corretta alimentazione per le persone in cura per un tumore con un’affermazione che potrebbe a prima vista risultare banale, ma che in realtà non lo è affatto.
L’azione più efficace da intraprendere quando si è colpiti da una condizione cronica, come quella tumorale, è essere determinati a prendersi cura di sé, accettando la malattia e ponendosi al centro delle proprie scelte e del proprio percorso terapeutico.

Quando presento delle indicazioni dietetiche ai miei pazienti, non parlo mai di calorie, calcoli particolari, cibi miracolosi o elisir di lunga vita.
Il mio scopo è invece quello di far capire loro che se accettano di curare la propria alimentazione, devono partire dal credere che ottimizzare lo stile di vita possa supportare il trattamento farmacologico, contrastando l’avanzamento della malattia e migliorando la qualità della vita.

MeditazioneInvito quindi i miei pazienti ad organizzare meglio i pasti e la giornata, a programmare bene le attività e l’esercizio fisico settimanale, perché sono soprattutto le abitudini sbagliate a dover essere modificate, opponendo a queste ultime delle azioni che possano alimentare di energia positiva non solo il corpo ma anche la mente.

La parola dieta deriva dal greco dìaita e significa “modo di vivere”. È quindi un concetto che ha radici molto più profonde rispetto ad un mero esercizio di calcolo calorico. L’alimentazione rispecchia ad esempio la nostra capacità di socializzazione, e ha uno stretto rapporto con la sfera emotiva ed umorale, rappresentando quindi un vero e proprio modo di essere. Nella sua accezione di stile di vita corretto, sano ed equilibrato non può esservi spazio per estremismi alimentari e soprattutto per le cosiddette “diete fai da te”.

Pranzo in famigliaDico questo perché incontro molti pazienti che si presentano in consulenza con liste corpose di integratori, credenze “discutibili” o piani dietetici composti esclusivamente da bevande o pasti sostitutivi consigliati da amici, falsi medici o letti su riviste popolari e social network. Spesso infatti i mezzi di comunicazione contribuiscono a dare alle persone un eccesso di contenuti, molti dei quali ingannevoli o non verificati da fonti autorevoli, generando così confusione ed insicurezza nei pazienti.

Un concetto fondamentale da promuovere con fermezza è che ad oggi non esiste alcun piano dietetico, scientificamente riconosciuto, che da solo possa far guarire dalla malattia. Invito quindi tutti i lettori a diffidare delle fake news che frequentemente corrono su internet e sui social media, e di affidarsi sempre al supporto di professionisti riconosciuti in ambito sanitario e medico-scientifico.

CucinareL’alimentazione è una cosa seria: può contribuire a prevenire l’insorgenza di malattie tumorali e metaboliche protagoniste degli ultimi due secoli della nostra storia, ma da sola non può ottenere risultati miracolosi.

Inoltre un’alimentazione rudimentale ed approssimativa può determinare anche gravi danni, come ad esempio un’eccessiva perdita di peso e di massa muscolare o gravi intossicazioni.

Quando invece si affianca ad armi terapeutiche farmacologiche riconosciute può potenziare l’efficacia del trattamento oncologico, contribuendo in maniera sinergica a migliorare la prognosi e la qualità della vita del paziente, riducendo le tossicità e preparando l’organismo a supportare al meglio il percorso terapeutico previsto.

Quando si parla di regimi alimentari “efficaci”, noto grande confusione sia tra i pazienti che nell’opinione pubblica. Ad esempio, spesso viene sostenuto che la dieta vegana sia la cura di tutti i mali, o che sia meglio adottare una dieta vegetariana perché più bilanciata, ma anche che una dieta chetogenica (a bassissimo contenuto in carboidrati) possa essere utile per “affamare le cellule tumorali”.  Addirittura vengono proposti periodi di digiuno o di semi-digiuno, ma potrei andare avanti all’infinito con esempi di questo tipo.

Paziente e medicoQuello che è certo è che non esiste un regime alimentare universale valido per tutti, ma la valutazione deve essere personalizzata e basarsi sullo attuale stato fisico, mentale ed in simbiosi alle terapie in corso. Inoltre, un ulteriore punto fermo è che nessun alimento è tossico di per sé quando assunto di buona qualità e con frequenza adeguata, ma ciò che sta alla base di un approccio nutrizionale valido non può non tenere conto dell’individualità della persona e di una certa flessibilità, che possa permettere di trovare un equilibrio sostenibile nel tempo e possa essere adattabile a tutte le situazioni che la quotidianità ci pone davanti.

Concludo con una considerazione che mi preme sottolineare: non sempre in ambito ospedaliero viene data rilevanza all’aspetto dietetico del paziente, ma per fortuna vi sono anche delle eccezioni. Questo è il caso, ad esempio, del Centro di Immunoncologia di Siena, che nutre grande sensibilità verso tale aspetto e presso il quale i pazienti possono usufruire di un servizio di supporto nutrizionale, con il fine di ottimizzare il proprio percorso terapeutico.

Per alcuni consigli pratici sull’alimentazione per il paziente oncologico vi invito a leggere il prossimo articolo, che verrà presto pubblicato e nel quale risponderò alle domande che più frequentemente mi vengono poste dai pazienti, cercando di offrirvi delle indicazioni facilmente praticabili, differenziandole anche in base alle terapie che state sostenendo”.

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